Buongiorno, lettori!
VI ricordate del
in cui Bisogna aprire una pagina a caso del libro che si sta leggendo e trascrivere un breve brano?
è tanto che non lo aggiorno, ma il libro che sto leggendo ora merita veramente.
e anziche prendere una parte a caso del libro, ho deciso di sceglierla io.
Sto parlando dello schiavo del tempo di anne rice e l'estratto che ho scelto è il seguente:
(è un po lungo, ma ne vale la pena!)
<<…..E la Terra era davvero rotonda. Non era rimasto miglio che non fosse
cartografato, che non avesse un nome o un proprietario. Non c'era zona incui
non fosse possibile comunicare, perché le misteriose onde dei telefoni,delle
radio e delle televisioni potevano essere lanciate nello spazio con i satelliti
e ributtate sulla terra in qualsiasi località. A volte le immagini e i suoni
della televisione riguardavano persone e avvenimenti che accadevano nell'istante
in cui venivano trasmessi: si chiamava diretta TV.
La chimica aveva raggiunto limiti impensabili,
realizzando con l'estrazione, la decantazione, l'analisi e le combinazioni di
ogni tipo nuove sostanze, materiali e farmaci. Il processo stesso di
combinazione degli elementi si era sviluppato al punto che si verificavano
trasformazioni fisiche, chimiche, reazioni a catena, reazioni chimiche,
fusioni, per nominarne solo alcune. Le sostanze erano state scomposte fino a
formarne di nuove, secondo un processo che non aveva limiti.
La scienza aveva superato i sogni degli alchimisti.
I diamanti venivano utilizzati come punte per i
trapani, anche se la gente li portava ancora come ornamento e valevano milioni
di dollari, che erano, a quanto pareva, la valuta più pregiata: i dollari
americani, anche se il mondo era pieno di valute e lingue diverse e gli
abitanti di Hong Kong parlavano con quelli di New York schiacciando
semplicemente qualche pulsante.
Il catalogo dei materiali sintetici e dei relativi
prodotti era cresciuto oltre i limiti della memoria e della comprensione
dell'uomo comune, al punto che praticamente nessuno sarebbe stato in grado di
nominare correttamente le componenti della camicia sintetica che indossava, o
della calcolatrice di plastica che teneva in tasca.
Naturalmente era inevitabile trame le debite
conclusioni. Una macchina o un aereo che dipendevano dalla combustione di
carburante fossile, oltre che muoversi potevano anche esplodere. Si potevano
mandare bombe senza piloti da un paese all'altro, per distruggere persino le
più grandi città con gli edifici più imponenti. Non c'era ormai parte del mondo
in cui il mare non avesse almeno un vago sapore di benzina.
New York si trovava molto a nord dell'Equatore, questo
era ovvio, e si poteva dire che in questo momento fosse la capitale del mondo
occidentale.
Il mondo occidentale. È qui che mi sono trovato. E che
cos'è il mondo occidentale? Apparentemente il mondo occidentale era la diretta
emanazione culturale dell'ellenismo di Alessandro Magno; i suoi concetti di giustizia
ed equilibrio si erano infinitamente ampliati e complicati, ma nella sostanza
non erano mai stati sovvertiti dalle varie forme di cristianesimo: da quella
che rivendica semplicemente l'accoglienza mistica di Gesù, fino alle ottuse
sette teologiche che stanno ancora a discutere della natura della Trinità, vale
a dire se esistono o meno tre persone in unico Dio. Non c'era praticamente zona
del mondo occidentale che non fosse culturalmente arricchita e rinvigorita
dalla forza spirituale e dalla creatività illimitata del giudaismo. Gli
scienziati, i filosofi, i medici, i mercanti e i musicisti ebrei erano tra i
più celebrati in quell'era.
La spinta a eccellere era un valore portante, come a
Babilonia. Anche per chi era disperato. La legge naturale e la legge della
ragione erano diventate valori correnti, mentre la legge rivelata e quella
ereditaria erano diventate sospette e oggetto di diatribe, e adesso tutti gli
esseri umani erano 'uguali'. Il che significa che la vita di un contadino era preziosa quanto la
vita dell'attuale regina di Inghilterra o del suo primo ministro eletto dal
popolo.
Dal punto di vista formale e legale non esistevano più
gli schiavi.
Pochi erano certi del significato della vita, un
esiguo numero, proprio come ai tempi in cui ero vissuto.
Una volta, da ragazzo, avevo letto nella sala di
scrittura una lamentazione in sumerico: 'Chi ha mai conosciuto il volere del
cielo?' Qualsiasi uomo o donna in giro oggi per le strade di New York potrebbe
usare quelle stesse parole.
Questo mondo occidentale, questa emanazione
dell'ellenismo che ha assimilato i successivi sviluppi del giudaismo e del
cristianesimo, si era maggiormente sviluppato nelle regioni del Nord del
pianeta, sia in Europa
che in America, appropriandosi, si potrebbe dire,
della tenacia e della ferocia di quelle creature più alte e più pelose che
abitavano le foreste e le
steppe e che non impararono a diventare uomini in
posti simili all'Eden, ma in terre dove l'estate cedeva ineluttabilmente alla
brutalità del freddo e
del gelo.
Tutto il mondo occidentale, compresi i suoi più remoti
avamposti ai Tropici, adesso viveva come se l'inverno potesse all'improvviso
avvolgere tutta la Terra, portando isolamento e distruzione.
Dalle città più vicine alla calotta polare artica, giù
giù fino alle giungle estreme del Perù, la gente prosperava in enclavi ideate e
alimentate da macchine, microchip e microbiologie, circondata da scorte di
energia, carburante, oggetti sofisticati e cibo.
Nessuno voleva più rischiare di rimanere senza
qualcosa, compresa l'informazione. Depositi. Archivi. Banche dati. Hard disk,
floppy disk, copie su carta: qualsiasi cosa ritenuta di un qualche valore
veniva in un modo o nell'altro duplicata e immagazzinata.
Alla base c'era la stessa idea che aveva creato gli
archivi di tavolette di Babilonia, su cui avevo studiato un tempo. Non era
difficile da capire.
Ma a dispetto di questi progressi strepitosi, tra i
quali Esther Belkin mi aveva
portato attirandomi da lei come una calamità, e trascinandovi anche la mia
coscienza, esisteva ancora il 'vecchio mondo'.
Seguimi nelle zone paludose, sulle montagne, dentro i
deserti. 'L'Oriente' lo chiamavano, o Terzo mondo, o paesi sottosviluppati, o paesi
arretrati: comprendeva ancora continenti dove O beduino in candidi abiti senza
tempo conduce i suoi cammelli attraverso le tempeste di sabbia, felice come
sempre di vivere in una desolazione smagliante di sole. Solo che adesso poteva
portarsi dietro un televisore a pile e una lattina di quella sostanza chimica
che produce fuoco così che, una volta piantata la tenda, poteva ascoltare il Corano letto alla televisione,
mentre il cibo si riscaldava senza bisogno di legna o di carbone.
Nelle
risaie, nei campi dell'India, nelle zone paludose dell'Iraq, nei villaggi
sparsi per il mondo, uomini e donne erano chini a raccogliere le messi come
facevano dagli albori della civiltà
Enormi e moderni agglomerati urbani erano sorti per
milioni di asiatici, eppure masse di agricoltori, tessitori, venditori, madri,
sacerdoti, mendicanti e bambini non avevano accesso alle invenzioni
dell'Occidente, alle sue risorse, alle medicine e all'igiene.
L'igiene era la chiave di volta.
L'igiene comportava la trasformazione chimica dei
rifiuti umani e industriali, la purificazione dell'acqua e la disponibilità
d'acqua per lavarsi -l'eliminazione della sporcizia di qualsiasi origine e il
mantenimento di un ambiente in cui fosse possibile nascere, partorire, crescere
e morire – per essere protetti al meglio da contaminazioni di ogni sorta, che
fossero di origine umana, industriale o chimica.
Nulla aveva più importanza dell'igiene. Grazie
all'igiene le epidemie erano scomparse dal mondo.
Nel cosiddetto Occidente l'igiene era una cosa
scontata. In 'Oriente' era ancora guardata con sospetto, o forse la popolazione
era semplicemente troppo
numerosa perché potesse adeguarsi a certi costumi, essenziali per
garantirla.
Le malattie dilagavano nelle giungle; nei terreni
paludosi; nelle sacche di degrado delle grandi città, o tra le distese desolate
dove braccianti, artigiani e agricoltori ancora vivevano come nell'antichità.
La fame. Erano in molti e molti erano affamati. Nelle
strade di New York si buttava il cibo, mentre la televisione trasmetteva
immagini delle popolazioni affamate dell'Asia. Questione di distribuzione.
Era il mistero del secolo: fra tante trasformazioni,
le cose erano organizzate in modo tale per cui ai grandi cambiamenti si
affiancava l'immobilismo più assoluto.
C'erano ovunque contrasti che potevano angosciare e al
contempo deliziare lo sguardo. Nelle strade affollate di Calcutta i santoni
indiani camminavano nudi di fianco ad automobili rombanti. A Haiti c'erano
persone abbandonate nella strada che morivano di fame guardando gli aeroplani
volare sopra le loro teste.
Il Nilo attraversava una metropoli come il Cairo, dove
svettavano edifici in vetro e cemento come a Manhattan, e le strade erano piene
di uomini e donne
paludati in lunghe vesti di cotone bianco o nero, identiche a quelle portate
dal popolo di Israele quando il faraone lo lasciò partire.
Le piramidi di Giza erano ancora quelle di un tempo,
ma l'aria che
le circondava era satura di gas di scarico e la città moderna si estendeva
fino ai loro piedi.
A un tiro di sasso da edifici pieni di uffici con
l'aria condizionata, esistevano ancora tratti di giungla i cui abitanti non
sapevano nulla di Yahweh, Allah, Gesù o Shiva, di ferro, rame, oro o bronzo.
Cacciavano con lance di legno intinte nei veleni dei rettili e si sbigottivano
alla vista degli enormi bulldozer che ogni tanto venivano ad abbattere la
foresta che era tutto il loro mondo.
Un gregge di capre sulle montagne di Giudea era ancora
identico a un gregge di capre dell'epoca di Ciro il Grande. I pastori che
accudivano le pecore
intorno alla città di Betlemme erano ancora identici a quelli dei tempi del
profeta Geremia.
Per quanto Oriente e Occidente comunicassero e
interagissero in continuazione, seguitavano a fronteggiarsi come mondi
separati. Gli sceicchi del deserto, arricchitisi col petrolio trovato sotto la
sabbia, andavano in giro in automobile indossando i copricapi e le vesti
tradizionali. Un gran numero di donne in tutto il mondo viveva ancora relegato
in casa e poteva andare per la strada solo col volto velato.
A New York, capitale dell'Occidente e città d'elezione
di persone abili e potenti, l'uomo della strada era del tutto abituato alla
'scienza' e nello stesso tempo assolutamente ignorante in materia.
Quanti individui al mondo conoscevano l'esatto
significato di espressioni come codice binario, semiconduttore, triodo,
elettrolito o raggio laser?
Ai più alti gradi, un'elite tecnologica con i poteri
di una casta sacerdotale trattava con l'invisibile in assoluta confidenza:
ioni, neutrini, raggi gamma, luce ultravioletta e buchi neri nello spazio.......>>
Io vi consiglio di leggerlo!
Ciao
carla
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